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M’APPELLE MOHAMED ALI
CHIAMAMI MOHAMED ALI

 

 

M’APPELLE MOHAMED ALI
CHIAMAMI MOHAMED ALI
di Dieudonné Niangouna
traduzione di Margherita Ortolani


regia: Margherita Ortolani, con: Ibrahima Deme,  luci: Gabriele Gugliara/ Mbemba Camara,musica e suono: Roberto Cammarata, Moussa Sangaré,scene e costumi: Souleymane Bah, Vito Bartucca, training pugilato: Chadli Aloui, comunicazione: Agnese Gugliara, Moussa Koulibaly,  documentazione foto/video: Bassi Dembele, Alessandro Lopes, Laura Scavuzzo
una produzione BLITZ -  in collaborazione con PICCOLO TEATRO PATAFISICO -  con il supporto di UNHCR/INTERSOS
all’interno del progetto DIVERSE VISIONI#2


Mohamed Ali, il più grande pugile di tutti tempi, il campione del mondo. Attraverso una scrittura compatta e senza compromessi, l’autore congolese Dieudonné Niangouna intreccia la leggenda di Cassius Clay ad una parola poetica che mette in scena il senso dell’essere africano oggi, la sfida dell’uomo di cultura che indossa con orgoglio la propria identità. Il teatro come ring, come atto di resistenza. Il testo, nella sua versione italiana, è affidato al corpo ed alla voce di un giovane attore della Costa d’Avorio che ne incarna tutta la fragilità e la forza. Un’azione - prendere parola in scena, come nella vita - che è, soprattutto oggi, sfida e lotta quotidiana.

L’Autore
Dieudonné Niangouna (1976), nato a Brazzaville nella Repubblica del Congo, è uno degli esponenti più riconosciuti della drammaturgia africana contemporanea. I suoi testi portano in scena il contesto di urgenza del continente africano, ma anche un’azione di riscatto e le contraddizioni di una lettura europea del teatro e della cultura africana. In Congo fonda Mantsina sur scène fra i festival internazionali di teatro più importanti dell’Africa centrale. Dal 2016 vive e lavora a Parigi.Nel 2013 è artista associato ad Avignone. Il testo “M’appelle Mohamed Ali” scritto, in lingua francese nel 2013 (inedito in Italia), vince nel 2015 il premio “Prix de la Critique théâtre & danse 2015”, in Belgio per la categoria « Seul en scène ».

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