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Walking with grief – Cimiteri Migranti

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Walking with grief – Cimiteri Migranti

testo e voce narrante: Giorgia Mirto

adattamento e regia: Margherita Ortolani

cura del suono: Angelo Sicurella

cura del progetto: Giulia Crisci

traduzione italiano/inglese: Richard Brodie

organizzazzione: Vito Bartucca

BLITZ


 

Lo spazio del cammino di questo dolore è un luogo qualunque.

Un paesaggio urbano.

Una riva.

Spazi che siamo abituati a vedere quotidianamente.

Lo scollamento avviene in profondità. Lo sguardo da orizzontale diventa verticale.

Quel grattacielo lì all’angolo … così brutto …così familiare …racconta un’altra storia.

Le tapparelle abbassate. L’indifferenza. La crudeltà del sole.

Oppure il mare. Dov’è il confine? Chi sono io?

Quello che sta dentro o quello che si è tirato fuori?

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Cimiteri Migranti è la proposta sonora di BLITZ per Walking with Grief, performance collettiva curata e organizzata da Dancing on the Edge, festival con base ad Amsterdam, che muove tra diversi confini, corpi, storie e (pre)concetti, in una geografia diffusa che mette in relazione le due sponde del Mediterraneo.

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Nove artisti-e e/o collettivi sono stati invitati a condividere le proprie riflessioni sul lutto sotto forma di nove brani audio. Le registrazioni sono disponibili in quattro lingue: italiano, arabo, inglese ed olandese.

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BLITZ, in dialogo con l’antropologa Giorgia Mirto, ha scelto di cominciare ad indagare il tema delle "perdite ambigue” (ambigous losses).

Perdita ambigua è un termine coniato per definire i disturbi post-traumatici dei soldati americani di ritorno dalla guerra del Vietnam. Per estensione, il termine da allora è venuto a riferirsi al lutto che sfugge, confonde e rimane irrisolto quando una persona cara non è più presente nel modo in cui l'abbiamo sempre conosciuta, o quando non è possibile piangere il suo corpo . Per mettere in discussione la morte, il dolore, come spazio collettivo, abbiamo scelto di partire da qui, dal Mediterraneo. Abbiamo scelto di entrare in contatto con la tragedia dei corpi dei migranti dispersi in mare e di provare a camminare attraverso il dolore di tutte le contraddizioni etiche, politiche e umane che la presenza/assenza di questi corpi rivendica. Come piangere un corpo scomparso? La curatrice Giulia Crisci ha facilitato il collegamento tra ricercatori-ici e artisti-e palermitani-e, che, attraverso diversi percorsi umani, artistici o di ricerca, sono stati toccati da questa domanda. Nel podcast l'antropologa palermitana Giorgia Mirto parla della sepoltura di questi corpi, un viaggio senza nome e senza identità nei cimiteri dei piccoli centri del Sud Italia. L’adattamento e la regia della versione audio sono a cura della regista Margherita Ortolani. Il paesaggio sonoro, ideato dal musicista Angelo Sicurella, combina suoni naturali, organici, con suoni sintetici, in modo da creare livelli diversi che si mescolano tra loro e, concettualmente, non dissimili dalla pratica della nostra vita quotidiana. L'unione di paesaggi sonori sovrapposti, e una lettura allargata, creano una sorta di piano utopico/distopico della realtà sonora.

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